Gli
«angeli dell'acqua» sul Noce
Inaugurata
a Dimaro la scuola per i soccorritori fluviali
Una spettacolare manovra di salvataggio sul fiume a Mezzana
di
Eva Polli
DIMARO. Un lunghissimo lancio di una fune "sparata" da uno
stantuffo da una riva all'altra del Noce. E' iniziata così domenica
mattina a Mezzana l'operazione dimostrativa di salvamento, protagonisti
i vigili del fuoco di Trento e Bolzano, che ha inaugurato in modo
spettacolare il neonato Centro d'alta specializzazione della Federazione
Italiana Nuoto di Salvamento fluviale e alluvioni di Dimaro, gemellato
con l'analogo centro per il Salvamento marino di Riccione.
L'operazione è poi proseguita con il posizionamento di un argano da cui
è stata fatta scendere una seconda fune in verticale; ad essa si è
affidato un vigile per lasciarsi calare fino a raggiungere l'uomo
travolto dalle acque che necessitava di soccorso.
Lo scopo del Centro di salvamento di Dimaro è di preparare uno staff di
persone in grado di soccorrere in situazioni diverse persone che vengono
a trovarsi in pericolo lungo le acque del fiume. Il nome del primo e
unico centro che vi sia in Italia è tanto complicato da non poter esser
riconducibile ad una sigla ha commentato Sandro De Manincor coordinatore
dei vari momenti della presentazione.
Ma il verbo "salvare" è uno dei più belli e assume una
particolare connotazione quando c'è in ballo la vita di una persona ha
spiegato il conduttore alternando interventi ufficiali a immagini tratte
dal cd rom realizzato per diffondere la conoscenza di questo nuovo
centro tramite le clip "I salvagente" e "Slalom", ma
anche Dimaro e la Val di Sole tramite "Emozioni sul Brenta" e
"Sul limitar del Brenta".
L'idea di una scuola di salvamento nacque durante le fasi organizzative
dei campionati di canoa e Kayak del 93. In quell'occasione si cominciò
a pensare che, sebbene la disponibilità dei volontari di Ausburg fosse
una preziosa dimostrazione di amicizia, la Valle avrebbe dovuto e potuto
pensare alla organizzazione delle sue manifestazioni potendo fare
affidamento su soccorritori locali. E al mondiale, cui gli amici di
Ausburg furono invitati come spettatori, si giunse avendo addestrato
volontari trentini.
Poi l'idea andò avanti estendendosi a necessità di salvamento non più
correlate con la pratica sportiva. Nacque dunque l'ipotesi di una scuola
rivolta a volontari di più settori, dai vigili del fuoco ai volontari
della Croce rossa e di altre associazioni, a tutti coloro insomma il cui
intervento potrebbe avvenire anche sul fiume e che non sempre sono in
possesso delle più elementari conoscenze indispensabili per muoversi
nell'ambiente acquatico con sicurezza. E siccome da cosa nasce cosa, la
voglia di imparare e di confrontarsi ha fatto crescere in questi anni
una rete di rapporti e conoscenze che è il risvolto più interessante e
più ricco che sta dietro all'istituzionalizzazione di questi corsi.
Il Centro organizzerà percorsi per entrare in possesso di tre tipi di
brevetto, quello di soccorritore, di operatore e di specializzato
oppure, meno impegnativa con un attestato finale, la preparazione per
avvicinarsi all'ambiente acquatico. Siamo di fronte a un caso in cui la
pratica sportiva non è un fatto fine a se stesso ma diventa una sorta
di laboratorio per la ricerca di mezzi e conoscenze che divengono
patrimonio utile proponibile ed esportabile in altri settori.
In particolare i vigili di Bolzano e Trento hanno acquisito, grazie al
Centro Canoa di Dimaro che ha finora fornito ogni supporto logistico ai
primi corsi finalizzati alla realizzazione del progetto Scuola di
Salvamento, quella capacità di confrontarsi con l'acqua e le sue
insidie che è indispensabile per poter poi agire in sicurezza. |